18 dicembre 2024

Un lavoratore su due in Italia è stressato: è una realtà a cui sembriamo esserci abituati.

A queste statistiche reagiamo con una manifestazione di rassegnazione, di immobilismo, sembra un dato di fatto di cui troppo spesso non ci accorgiamo. Eppure accade alla nostra azienda, ai nostri dipendenti, probabilmente anche a noi stessi.

Quando scatta il punto di rottura che porta a tutte quelle manifestazioni di malessere?
Di certo quando il lavoratore non ce la fa più a sostenere il carico di lavoro, di qualunque natura esso sia.
Per rendere ciascun dipendente capace di sopportare lo stress, gestirlo e “usarlo” come strumento per affrontare nuove sfide, è importante che il ruolo di ciascuno sia sostenibile.
È infatti il livello di sostenibilità dell’azienda ad essere determinante in questa “linea di confine” tra l’equilibrio e la caduta.
In un’ottica di rispetto della dignità umana è importante quindi che ciascun imprenditore si chieda: quanto do ai miei dipendenti, prima ancora che io pretenda di ricevere?
Da quanto tempo non chiedo ai miei dipendenti se si sentono valorizzati e stimolati?
Se si esige di fare più di ciò che loro sono in grado di fare, se non si conosce (e riconosce) il loro grado di professionalità e di miglioramento, ecco che scatta la frattura.
E allora, forse, vale la pena chiedersi quanto sia utile restare in silenzio e far finta di non vedere segnali di disagio e stress.
Affrontare la situazione è una responsabilità per il tuo ruolo di imprenditore, oltre che per la tua azienda: ti affianco per un cambio di marcia, contattami!