17 febbraio 2025

Inutile rifuggirla o affannarsi a superarla: l’insicurezza è una normale condizione umana, appartiene a chiunque non abbia ancora trovato una risposta a ciò che cerca. Ecco perché è necessaria, persino essenziale.

Sì, essenziale, perché la spinta a migliorarsi è figlia proprio dell’insicurezza. La reputo un’alleata da bilanciare nelle situazioni della vita, che si tratti di lavoro o di vita personale.

L’insicurezza si trasforma in un freno laddove si scelga di restare in mezzo ai dubbi, immersi in un immobilismo stagnante. In quel caso, la possibilità del fallimento è dietro l’angolo, perché la trappola della stasi ingabbia l’azione.

Uscirne fuori è un lavoro dinamico che si basa sul “fare”, anche quando non ci si sente pienamente sicuri, anche quando i punti interrogativi non sono stati ancora risolti.

Mettere a fuoco obiettivi e sviluppare competenze risulta quindi determinante per creare un perimetro a quell’insicurezza fisiologica che appartiene a tutti.

I passi falsi capitano a tutti, ma raddoppiano se non si mette in campo un piano di azione: lavoriamo su una self leadership, affiniamo tutte le azioni possibili per raggiungere un risultato.

Questo, non ci assicurerà con certezza matematica di arrivare all’obiettivo prefissato, ma ci darà radici salde che non ci faranno sopraffare dall’insicurezza.

Il salto evolutivo sta qui: chiediamoci quindi cosa quell’insicurezza voglia dirci, di quali competenze abbiamo bisogno, affinché il nostro agire possa essere libero di muoversi.